Nuovi stili di vita rinnovano la Chiesa

Favorire le piccole esperienze di comunità nel territorio, combattere la tendenza delle parrocchie a diventare mere agenzie di servizi spirituali ed   esigere maggior trasparenza nella gestione economica  a partire dalle chiese locali per arrivare alla finanza vaticana:  sono gli impegni concreti che la Rete interdiocesana  Nuovi stili di vita s’è data per tutto il 2014. Alla fine della tre giorni romana, iniziata il 13 ottobre scorso, sul tema “Popolo di Dio nel mondo come nuovi stili di Chiesa”, la Rete, che raccoglie  70 diocesi sparse in tutt’Italia,  ha sottoscritto un documento programmatico che impegna  per un anno tutte le realtà  pastorali locali. “S’è discusso a lungo in assemblea e, sullo stile sinodale, abbiamo approvato questa carta d’intenti che pone obiettivi pratici, concreti”, commenta il coordinatore dela Rete, padre Adriano Sella. Nel documento, prima delle proposte, vengono esplicitate le ispirazioni evangeliche che motivano all’azione il movimento della Rete interdiocesana: “La testimonianza della prima comunità cristiana (Atti 2 e 4), la forza del profetismo che ci chiama a “sradicare e demolire per edificare e piantare” (Geremia 1,10) e la certezza della presenza del Regno di Dio in mezzo a noi”. Quindi seguono i quattro impegni: “Favorire le ‘piccole comunità cristiane’, che si pongono in ascolto della Parola, aperte al mondo e alla vita quotidiana, come fermento della Chiesa locale; promuovere esperienze che aiutino a riscoprire la logica del dono e della gratuità per una nuova economia delle relazioni, superando l’attuale visione consumistica; essere presenti nel mondo mediante l’ascolto delle grida della terra e degli inermi, vittime della crisi, della mancanza di lavoro e delle dipendenze; denunciare il mercato del sacro e chiedere una gestione economica trasparente nella Chiesa perché sia povera e libera”.

(di Alberto Laggia - Famiglia Cristiana)

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