MEET: piazza dell'incontro

Martedì 28 maggio 2013 presso la sala conferenze di Palazzo Trinci, nell'ambito del convegno "Dopo le pavimentazioni quale futuro" organizzato dalla Confcommercio, anche la Diocesi di Foligno con il Progetto Cittadini del Mondo ha presentato una proposta di riqualificazione di piazza Matteotti dal titolo "MEET: piazza dell'incontro". Il progetto, curato dagli architetti Giacomo Liviabella e Valentina Pugnali, nasce da quell’interazione tra le varie agenzie educative, Scuola e Diocesi con il sostegno dell’Istituzioni in particolar modo del Comune di Foligno, che in questi anni stanno cercando insieme di far esprimere e valorizzare le energie giovani per il bene comune del nostro territorio. Foligno nella sua storia è stata da sempre una città dell’incontro, dello scambio, del dialogo. Una città abituata a comunicare con gli altri proprio per la sua vocazione commerciale tanto da poter essere chiamata porto di terra dello Stato Pontificio. Luogo di incontri e di traffici ma anche di solidarietà e ospitalità. Foligno era anche una delle basi di partenza dei pellegrini del centro Italia che da qui raggiungevano Santiago de Compostela.
Da Foligno, ce lo ricorda la targa in piazza della Repubblica, Francesco d’Assisi è ripartito vendendo le sue cose per una conversione umana e spirituale, aprendo successivamente il suo cuore al dialogo con tutti i fratelli e le sorelle anche di un’altra religione. Nel 1219 Francesco si recò, in clima di guerra, dal sultano d’Egitto e, secondo i racconti, fu accolto benevolmente, insieme col suo compagno di viaggio. Alla luce di quest’esperienza di Francesco col sultano si scopre come le diversità non siano di ostacolo all’affermazione della nostra identità e che le stesse alterità sono una risorsa per un vero dialogo interreligioso. Una accanto all'altra, le grandi fedi cercano una strada assieme, levando lo sguardo sul mondo e sulle sofferenze degli uomini e delle donne di questo tempo. E' un pellegrinaggio comune, compiuto nel rispetto delle differenze ma con il desiderio di convergere con pazienza verso l'amicizia, la pace e l'amore vicendevole. Lo spirito di Assisi, ce lo hanno ricordato Giovanni Paolo II nel 1986 e  Benedetto XVI nel 2011 dalla città serafica, è infatti il contrario dell'autoreferenzialità impaurita che rende estranei e nemici gli uomini di religione. Per questo anche da Foligno può partire un percorso di incontro e di dialogo nella contemporaneità. Questa è la missione del MEET. Attraverso il recupero e la valorizzazione di piazza Matteotti, Foligno può sperimentare uno spazio laboratoriale dove si entra da individui e si esce come cittadini del mondo. Un luogo in cui si consente a tutti di cogliere lo spirito autentico delle tradizioni delle religioni monoteistiche: Cristiana, Islamica, Ebraica. Esponendo, da una parte gli aspetti comuni e al tempo stesso una rilettura dell’identità di ciascuna religione in chiave dialogica.
Un posto dove si cerca di scoprire le uguaglianze, gli elementi in comune e dove le differenze non sono più colte come ostacoli ma come elementi preziosi per costruire un vero dialogo interreligioso, elemento imprescindibile per la costruzione di un’armonica società pluriculturale e plurireligiosa. Il tutto avviene attraverso il linguaggio dell’arte e dell’immagine. Il MEET si sviluppa su tre livelli. Il primo legato al livello superiore, la fase della “curiosità”, prossimo a piazza della Repubblica, dove da un arco si entra in una fontana circolare che ha come tema centrale l'acqua, elemento comune delle tre religioni monoteistiche. La fase del “silenzio” è legata al livello sotterraneo, il secondo, per formarci e crescere come cittadini consapevoli sulle nostre identità e diversità. E' il luogo dove avviene la didattica, la formazione e la conoscenza dello spirito del MEET. L’ultima fase quella della “meraviglia” legata all’altezza di Via Mazzini. Infatti in questo ultimo luogo, sopra le sedute di attesa della fermata del bus e del bike sharing, ci sono degli spazi sui quali gli artisti, che hanno i loro laboratori nel livello sotterraneo, potranno esporre le loro opere che rileggono i segni della storia nella contemporaneità, permettono al cittadino di meravigliarsi perché ora si è consapevoli di leggere e comprendere quelli che fino a poco tempo prima erano dei segni difficilmente interpretabili, attraverso un nuovo sguardo, quello del cittadino del mondo, capace di relazionarsi, dialogare ed incontrare.


 
Anacleto Antonini

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