La persona come bene assoluto

“Educare al bene comune e alla custodia del creato”. Argomento di grande spessore per il primo incontro delle CONFERENZE di FORMAZIONE lo scorso 16 novembre nell’Aula Magna dell’IIS “Orfini ” di Foligno, presentato da don Luigi Filippucci, cui ha partecipato l’assessore R. Zampolini.
La prof.ssa P. Lungarotti, Dirigente Scolastico e tutor delle Conferenze, ha coinvolto i presenti riflettendo sul tempo, i modi, le finalità, i soggetti dell’educare oggi. Il contesto è quello della globalizzazione, stimolante certo, ma che ha decretato la fine delle grandi certezze. L’uomo ha conquistato i suoi diritti, le proprie libertà,ma vive la crisi dei valori, dei sistemi politici, delle relazioni. Il villaggio globale ha annullato le differenze, perdendo però di vista la persona, il volto, cioè il bene, il bello, l’unico, essenza dell’uomo. Il significato profondo dell’educare, allora, è quello di sostenere, guidare ad esprimere le proprie potenzialità, ad essere se stessi, a “costruire il proprio esserci” nella società. È necessario recuperare la “dimensione verso la comunione” di Mounier, la comunità, che non è dissoluzione delle differenze, ma comprensione, accettazione ed incontro con l’altro. E questo a partire dal bambino, “padre dell’uomo”, secondo la Montessori.
Il processo educativo suscita alcune aspirazioni per fare dell’uomo un cittadino protagonista della sua vita e nella società. In primis la “conversione ecologica” alla sobrietà, (A. Langer) – valore a cui ci richiama spesso il nostro Vescovo! – ad essere essenziali, rispettosi di sé e della terra come casa dell’uomo, attraverso comportamenti “in-nocenti”, che non nuocciono. “La sobrietà diventi un termine ontologico!” ricordava la Dirigente. Poi la “vita activa”, il senso etico dell’aiuto reciproco all’uguale a me in un contesto in cui si è perso il senso di appartenenza alla vita sociale, alla vita politica. Tutto questo nell’etica della responsabilità, che è riflessione sulle proprie azioni per la salvaguardia di se stessi e degli altri.
Comprese le difficoltà del soggetto dell’educazione, il disorientamento, le sue ansie, a noi adulti il dovere dell’ascolto, del rispetto dell’umanità, l’imperativo della speranza. I giovani sono i protagonisti della trasformazione, anticipano i cambiamenti e li determinano: sono soggetti di opportunità.
Anche l’intervento della prof.ssa P. Pompei (Economia Aziendale) “Orientare i ragazzi a scelte responsabili”, ha posto l’accento sul dovere degli adulti come educatori, dalla famiglia alla scuola, a tutti gli enti, sportivi e non, che accolgono i nostri giovani. Necessario un comportamento di testimonianza, di vissuto in prima persona del cammino che si propone, per poi orientare, “volgere verso oriente, dove sorge il sole”, che indicherà la direzione da seguire. Trasmettere regole fondamentali del vivere civile, il senso del dovere, come verso lo studio e l’aiuto in casa, educare alla riflessione sulle conseguenze dei propri atti per la salvaguardia della propria integrità e degli altri, sapendo che anche i minorenni sono responsabili delle loro azioni di fronte alla legge. L’orientare deve avere come fine il dover essere e il dovere scegliere, per esempio la scuola da frequentare, indirizzando i ragazzi a scoprire le proprie attitudini e scegliendo quei percorsi scolastici richiesti per l’inserimento nel mondo del lavoro. Questo, sostenuto dall’entusiasmo, decreterà il loro successo, la loro realizzazione.
Il valore imprescindibile della persona si evidenzia anche nell’esperienza di F. Dionigi, presidente di Ariel, cooperativa che si occupa di inserire persone svantaggiate nel mondo del lavoro, perché il lavoro è la partecipazione dell’uomo al creato! La sola dimensione assistenziale non è sufficiente, perché senza lavoro non si partecipa alla costruzione della società e si è sempre più emarginati.
Quindi la persona come bene assoluto in un progetto educativo per realizzare una vita responsabile.

© Gazzetta di Foligno – BRUNELLA TROMBETTONI

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