Avere una coscienza ecologica partendo dalla Bibbia. Lezione di don Giovanni Zampa

L’immagine dell’albero nella Sacra Scrittura. Questo è stato il tema che ha sviluppato don Giovanni Zampa con gli studenti delle classi seconde dell’Istituto comprensivo Gentile da Foligno. Lezioni che coinvolgono circa 160 alunni e fanno parte del percorso formativo dal titolo “Ragazzi custodi del creato, dell’uomo e di se stessi” proposte dalla Diocesi di Foligno nell’ambito del Progetto Cittadini del Mondo area Salvaguardia del Creato. Gli alberi, ha evidenziato don Giovanni, hanno un ruolo fondamentale nel proteggere la biodiversità, nell’attenuare gli effetti del cambiamento climatico, nello sviluppo sostenibile globale. Ma che legame c’è tra la Bibbia e  l’albero, nel nostro caso un piccolo bonsai? E’ la domanda che gli studenti hanno cercato, attraverso la semplice osservazione dei due “oggetti”, di scoprirne i fattori comuni e le diversità. L’albero che con la sua verticalità, le sue foglie, le sue radici, unisce il cielo alla terra. L’albero dona l’ossigeno per la nostra sopravvivenza umana così la Bibbia ci offre l’ossigeno per la nostra vita spirituale. L’albero sezionato racconta la sua storia come la Bibbia narra le vicende del rapporto tra Dio e l’uomo. L’albero e la Bibbia sono due cose sacre perché entrambi ci parlano del Dio creatore. In alcuni libri dell’Antico testamento l’albero verdeggiante diventa sovente emblema dell'uomo retto, benedetto da Dio, e del popolo prediletto: “Beato l'uomo che non entra nel consiglio dei malvagi, non resta nella via dei peccator e non siede in compagnia degli arroganti. […] E’ come albero piantato lungo corsi d'acqua, che dà frutto a suo tempo: le sue foglie non appassiscono e tutto quello che fa, riesce bene” (Salmo 1,1-3). Riassumendo don Giovanni ha concluso dicendo che la “Sacra scrittura è una vera e propria foresta. La Bibbia, infatti, inizia e finisce con la storia di un albero e sono moltissime le citazioni bibliche delle piante che per la loro sacralità rivestono un ruolo fondamentale: il cedro del Libano, l’ulivo, il pioppo, il cipresso, il melograno, la palma, l’acacia, la quercia, il fico, il sicomoro, il salice piangente, la ginestra. Ma – ha sottolineato don Giovanni – l’albero più importante nella Bibbia è quello della croce e il frutto è Gesù il Cristo che ci dona la vita eterna”. La Sacra Scrittura, infatti, narra che l’uomo venne posto da Dio nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. Come l’albero si conosce dai suoi frutti, così un uomo, un ragazzo, innamorato di Dio  e del creato si riconoscerà da quanto produce nella sua vita a partire da una nuova coscienza ecologica. È il cuore dell’uomo, infatti, che deve essere formato all’accoglienza, perché, evidenzia Benedetto XVI nell’enciclica “Caritas in veritate”, “accogliendo l’intero creato come dono gratuito di Dio e agendo in esso nello stile della gratuità, l’uomo diviene egli stesso autentico spazio di ospitalità, idoneo e capace di accogliere ogni altro essere umano come un fratello”.

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