Competenza civica per partecipare alla polis

La disaffezione verso la polis, verso il bene comune, è ciò che caratterizza, oggi, i nostri giovani. Cosa significa essere cittadini? Questa è stata la domanda che ha dato il via al primo ciclo di conferenze di formazione dal titolo "Cittadinanza attiva, Lotta alla povertà e Costituzione Italiana" nell’ambito del Progetto Cittadini del Mondo promosso dalla Diocesi di Foligno in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria. Nell’aula magna del Liceo Classico “F. Frezzi”, venerdì 12 novembre, circa 70 partecipanti tra docenti, educatori, operatori sociali, hanno ascoltato le relazioni della Dott.ssa Rosalia Monaco dell'USR e della Prof.ssa Marialuisa Damini docente specializzata in progettazione di interventi in educazione interculturale e coautrice per conto della Caritas italiana del Kit multimediale “Zero Poverty”. Essere cittadini significa, secondo la Monaco, acquisire quella competenza civica e sociale “che fornisce alle persone, nel nostro caso agli studenti, gli strumenti per partecipare alla vita civile grazie alla conoscenza dei concetti, delle strutture socio-politiche e all’impegno ad una partecipazione attiva e democratica”. La competenza civica si basa, anche, sulla conoscenza dei concetti di democrazia, giustizia, uguaglianza, cittadinanza e diritti civili, nella forma in cui essi sono formulati nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, nella Costituzione italiana e nelle varie dichiarazioni internazionali. “Le abilità da acquisire a scuola, ma anche nell’extrascolastico, in materia di competenza civica – secondo la funzionaria dell’USR – riguardano la capacità di impegnarsi in modo efficace con gli altri nella sfera pubblica nonché di mostrare solidarietà e interesse per risolvere i problemi che riguardano la collettività locale e la comunità allargata”. Come tradurre in linee operative il tema della cittadinanza? Secondo la prof.ssa Damini è importante trasferire strumenti per far crescere nell’autonomia e costruire opportunità d’apprendimento per comprendere in questa società multiculturale vantaggi e svantaggi dello stare insieme. “Diventare cittadini del mondo – sottolinea la Damini – significa uscire da sé, decentrarsi per mettersi nei panni degli altri. Bisogna aiutare i giovani a dar voce alle loro aspirazioni, aiutandoli sia a realizzare il proprio progetto di vita che ad esercitare i propri diritti e doveri nella propria quotidianità”.

Commenti